Alla ricerca della saggezza digitale.

marcpresnskyBologna, 8 nov. – Essere nativi digitali non significa saper tutto della rete e delle nuove tecnologie ma essere cresciuti con una cultura diversa, che chi ha conosciuto anche l’epoca pre internet non deve giudicare negativamente. Marc Prensky è passato dai nostri studi in occasione dell’uscita in Italia del suo ultimo libro ”La mente aumentata. Dai nativi digitali alla saggezza digitale” (edizioni Erickson).

Con Presky si è parlato di saggezza digitale, educazione del futuro, rapporto con i media, “verbi e sostantivi” per scegliere cosa mantenere del nostro passato.

Durante l’intervista pubblica che si è giocata sulla sinergia on air e on line (gli ascoltatori, infatti, hanno twittato le loro domande usando l’hashtag #XNativiDigitali) Prensky ha ripreso i principali concetti che hanno scandito il suo ormai ventennale percorso di ricerca sul rapporto tra bambini, adolescenti e tecnologie digitali.

Si è partiti dal più famoso, datato, criticato nativi di digitali, per arrivare a quello più recente di saggezza digitale (ampiamente trattato nel suo ultimo libro, “La mente aumentata. Dai nativi digitali alla saggezza digitale”, pubblicato nella versione italiana da Erickson). Gli spunti di riflessione emersi durante il confronto dialogico sono stati numerosi: gli insegnanti futurecation e pastucation, il ruolo dell’immagine oggi, i verbi e i sostantivi dell’educazione, i modi in cui genitori ed insegnanti affrontano la relazione tra giovani e tecnologia e la TLPIG ossia l’ultima generazione pre-internet.

 

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